Due pesi e due misure questa è l'amara verità
Lo stato italiano ritiene e sostiene che un italiano può vivere con una pensione minima pari a € 502,38 pari a € 6.531,07 annui oppure una pensione sociale il quale importo assegno è pari a € 369,63 pari a € 4.805,19 all'anno oppure con un assegno sociale di importo mensile pari a € 448,52 pari a € 5.830,76 all'anno.
Sembrerebbe che lo stesso stato per un immigrato clandestino dica che esso può vivere con 35 euro al giorno pari a 1.050 euro al mese.
No, così non è equità. Questa è disuguaglianza offensiva per chi lo stipendio allo stato lo ha sempre pagato. Per chi crede che lo stato faccia da garante virtuoso.
Dicono con troppa semplicità che loro scappano dalla guerra e tutti noi possiamo assicurare che anche loro, gli anziani, combattono una “guerra”. Una guerra interna complessa, la più difficile che si possa immaginare, la consapevolezza all'amara verità del prossimo arrivo al percorso lungo una vita.
La questione è che chi percepisce una pensione minima o sociale, deve essere tutelato dallo stato, Italia. Non è ammissibile che debbano intervenire economicamente figli o nipoti per garantire una vita dignitosa ai genitori o ai nonni. Non è ammissibile che lo stesso stato imponga aumenti delle tasse e tolga soldi alle regioni. No.
Voglio andare al voto scegliere, basta imposizioni da sindaci autoeletti come presidenti del consiglio.
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