Togliere la licenza agli Hotel che ospitano profughi e immigrati

A seguito del consiglio circoscrizionale di Rovereto Sud del 5 dicembre 2017 con tutta la giunta (tranne M. Bortot e M. Previdi) ho riportato all'attenzione della stessa, come feci due anni fa, la possibilità di andare a togliere la licenza di "attività recettiva" all'Hotel come dovrebbe accadere per tutte le strutture ricettive alberghiere e non alberghiere poiché non possono ospitare soggetti entrati illegalmente nel territorio italiano che non siano stati definitivamente regolarizzati ai sensi della normativa vigente.

Il sindaco non ha negato l'iniziativa ma neanche l'ha approvata quella sera.

N​el ruolo di consigliere circoscrizionale di Rovereto Sud sono a portare all'attenzione dell’amministrazione comunale di Rovereto la decisione dell’albergatore roveretano dell’Hotel Quercia nel togliere la scritta “HOTEL” dall'insegna presente sopra l’ingresso della stessa struttura. L’insegna oggi riporta la sola scritta “QUERCIA”.

PRIMA E DOPO





Potrebbe essere banale la cosa, forse, se non fosse che tale “Hotel” prima che accogliesse i presunti profughi era un hotel a tutti gli effetti il quale offriva servizi alla città roveretana dai pasti pranzo alle imprese edili e aziende, ad essere bar di ritrovo e di aggregazione tra i giovani e quindi per finire alla sua primaria funzione di attività alberghiera offrendo vitto e alloggio ai turisti e sportivi degli eventi che visitano la nostra straordinaria città.

Non posso e non voglio giudicare la scelta del sig. Nave in quanto credo che la stampa non debba essere il mezzo per scambiarsi opinioni personali più o meno accese.
Preciso che l’Albergo o meglio definito dal legislatore come “attività ricettiva” viene normata dall’art. 86 del TULPS il quale stabilisce che non si possono esercitare alberghi, compresi quelli diurni, pensioni e locande, senza la licenza rilasciata dal Sindaco.  

Scrivo quindi la qui presente per invitare il sindaco Francesco Valduga ad attuare quanto la legge da la possibilità allo stesso, come capo dell’amministrazione comunale ha facoltà di revocare le autorizzazioni rilasciate per l’esercizio dell’attività alberghiera/ristorante, in caso di inattività prolungata per oltre un anno, indipendentemente dalla volontà dell’esercente. Tale revoca si configura come atto dovuto pertanto, non rientra nella discrezionalità del sindaco. La storia ci insegna che ci sono state delle sentenze passate che hanno confermato la suddetta argomentazione e faccio riferimento al tribunale delle Marche. 

La legge di riferimento è chiara e l’interpretazione ovvia “L’art. 9 della legge n. 135/2001 stabilisce che l'autorizzazione all’esercizio dell’attività ricettiva è revocata dal sindaco”:
qualora il titolare dell'autorizzazione, salvo proroga in caso di comprovata necessità, non attivi l'esercizio entro centottanta giorni dalla data del rilascio della stessa ovvero ne sospenda l'attività per un periodo superiore a dodici mesi. Qualora il titolare dell'autorizzazione non risulti più iscritto nel registro delle imprese di cui alla legge 29 dicembre 1993, n. 580;

La motivazione per cui sono a portare tale proposta sta nel fatto che non sussiste più l’interesse pubblico (lo dimostrano i fatti nella volontà dell’albergatore nel non accettare più turisti e nella volontà di togliere la scritta "Hotel" ma lasciando la scritta "Quercia" (come se fosse il nome di un complesso residenziale, condominio; il Condominio Quercia ... ) al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio ovvero, e chiarisco, che a seguito di inattività dell’esercente, l’autorizzazione dovrebbe dal mio punto di vista essere revocata perché non risponde più agli interessi pubblici per cui è stata posta in essere.
 „Il fine di un albergo è quello di favorire la crescita del sistema turistico nazionale di riqualificare l’offerta turistica. Un albergatore è un imprenditore che ha il compito di gestire un albergo.”

Elenco i motori di ricerca e prenotazione online dove l'hotel in questione è presente tutt'ora:

·   Tripadvisor
·   Trivago
·   Viamundis
·   Hotelscombined
·   Paesionline
·   Justdog
·   trentino-sudtirol

Ma ahimè l'Hotel risulta essere al completo da anni ormai.

Vien da se anche capire che in questo caso l’albergatore ha preferito fare business scegliendo la strada, per i giorni d’oggi, più semplice, l’accoglienza degli immigrati scordandosi forse che fare impresa è un’altra cosa e che la città credeva in lui come “offritore” di servizi …
Le parole dette dal sig. Elio Nave il giorno 27 agosto 2015 ovvero: “Pecunia non olet” (http://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/hotel-al-completo-ospita-solo-profughi-1.937317) che tradotto dice “il denaro non ha odore”. È corretto che il denaro non ha odore ma quando questo viene fatto sul business di un accoglienza di clandestini (1 su 4 è profugo gli altri sono clandestini; dati forniti dal Viminale) forse credo che il maleodorante si senta inoltre aggiungo che l’autorizzazione per l’attività alberghiera/ristorante va data e con tanto di cappello ai veri imprenditori del Trentino, a coloro che sentono la crisi ma guardano avanti, a coloro che si alzano alle 4.00 la mattina per preparare le colazioni o aspettare una telefonata di pernottamento, a color che piuttosto che mollare l’attività si sono indebitati. A loro va il mio sostegno morale e la stima! 
Presupponendo che l'Hotel in oggetto sia ancora accatastato come D/2 tipologia "albergo" è soggetto a IMIS con delle regole che portano il titolare dell'attività a versare i tributi IMIS i quali prenderanno due vie parallele, con una percentuale allo Stato e il rimanente al comune. Politicamente trovo assurdo che una struttura che nulla a più a che vedere con il termine di "albergo, hotel, attività ricettiva" ecc.. versi le tasse IMIS nelle tasche allo Stato e parte al comune. Ricordiamo come l'Hotel ospita questi presunti profughi i quali quotidianamente e 365 giorni all'anno usino tutti i servizi che il comune di Rovereto mette a disposizione (esempio rifiuti, ma potrei dilungarmi ..)  


Chiedo quindi al sindaco la revoca dell’autorizzazione per l’attività alberghiera/ristorante. La revoca come sotto citata può essere emanata solo dopo 12 mesi di inattività.
Cordialmente,

cons. Daniele Bertè

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