QUI LA MIA NUDITA’ E LA MIA SINDROME DA LIKE.



L’Ego che giorno dopo giorno ha distrutto la mia personalità, sottraendomi gli affetti, vanificando i momenti belli e quelli brutti. Il tempo con i Like hanno fatto tutto il resto, mi hanno disorientato dalla realtà. Questo mondo social dove tutto è apparenza, dove tutto è credenza, dove alla base c’è chi vuole impostare la personalità dell’utente. Un mondo che mi ha portato alla dipendenza quotidiana dal 2014 fino a pochi giorni fa. Un mondo che mi ha allontanato da tutto, da tutti e da tanto.. e dove tutto è finito con una giornata di pianto continuo, singhiozzando  e chiedendo scusa; scusa ad una persona speciale. Davvero speciale.
Ma perché e come sono arrivato a tanto? Beh, raccontare questi cinque anni in poche righe diventa difficile, ma non impossibile. Ed eccomi qui che i click della tastiera del PC trasformano la mia voce, i miei pensieri in emozioni e lettura per me e per voi.



Tutto iniziò come da appunto alle fine del duemilaquattordici quando le “cose” in famiglia non andavano già bene da un po’. E qui con questo inizio abbiamo già capito qual è stata la causa o meglio l’inizio del declino della personalità. La mia famiglia composta da una moglie ed un figlio. Un rapporto meraviglioso che iniziò nel maggio del duemilaquattro. Un rapporto fantastico così come tutti i rapporti amorosi che tutti noi abbiamo vissuto nella nostra vita, tanto che nel duemilasette abbiamo deciso per la convivenza, nel duemiladieci nello sposarci e nel duemilaundici nell'avere il dono più grande che si possa avere, un figlio. Cerco di parlare poco della mia famiglia in quanto non voglio che essa sia la protagonista di questo racconto in quanto il vero ed unico protagonista è l’ego e ribadisco “il mio ego del tutto tutto nienete niente”. Chiudo questo paragrafo di inizio andando a dire che il matrimonio è finito nel dicembre del duemilasedici ed è continuato con una meravigliosa amicizia fatta di affetto, rispetto e responsabilità.

Perché parlo di “sindrome” e cos'è la “sindrome da Like”? Nelle mie parole e nel mio vissuto, è una situazione di disorientamento dalla realtà dove l’ego, l’invincibilità, la popolarità, probabilmente il narcisismo, la ribellione, la provocazione hanno fatto sì che si autodistruggesse la persona che sono per costruirne una a proprio modo e piacimento in base ai canoni del perfetto uomo social. Ovvero di una persona che quotidianamente riempie la sua bacheca di contenuti forti e provocanti tanto da andare ad accreditarsi i famosi Like; dove chi vince è chi ne ha di più. 

Ebbene sì, la politica è stato l’inizio. Il rapporto affettivo veniva a mancare giorno dopo giorno, e il problema? E’ stata l’assenza di dialogo tra marito e moglie, il non parlarsi, l’esserci ma non essere presente, nel vivere la giornata così come si aspetta lo stipendio a fine mese, nel tutto per scontato senza cogliere i momenti e i valori che avevo sotto gli occhi, non vivendo ma sopravvivendo alla giornata. Insomma possiamo dire che la mancanza di appartenenza ha causato la richiesta inconscia di andare a ricercare questa assenza nel mondo virtuale.

Era l’estate del duemilaquattordici, come già dissi poche righe qui sopra. Ho passato quell'estate con i miei genitori al lago di Garda, in campeggio, leggendo tutti i giorni i due quotidiani pilastri della nostra regione, il Trentino e L’Adige. Le cronache ma soprattutto mi piaceva leggere e cominciai a soffermarmi negli articoli che trattavano la politica. Già la politica dove ero tesserato dal duemilasei con la Lega Nord. Da lì a poco cominciai a contattare il segretario nazionale di partito, fino ad arrivare ad incontrarlo e quindi a rinnovare la tessera. Bastò poco tempo che arrivò la proposta di candidarmi per le elezioni amministrative dell’anno a seguire, il duemilaquindici. Ma come potevo farmi conoscere ai miei concittadini? Far passare, trasmettere e divulgare i miei ideali? Ebbene sì, tramite l’uso del social. Ecco l’inizio, ecco l’inizio di un percorso, di un cambiamento della persona.
Le mie giornate quindi sono diventate, lettura dei quotidiani, visone del telegiornali nazionali e regionali, visione dei programmi che parlano di politica alternandomi tra Rai Tre e La7. E la famiglia? Ecco appunto, è proprio da qui la è cominciata la distorsione e la sopravvivenza. Sopravvivenza? Sì, caro lettore perché al di là c’erano tutti i sintomi della depressione così come la conosciamo noi persone laiche dalla medicina, la chiusura, l’annullamento della persona che ero. Questo era ciò che credevo. Quindi ogni giorno a ora impostata, programmata, la mattina presto intorno alle 6:30 – 8:00, alle 12:30 – 13:30 e alle 17:30- 18:00 pubblicavo sulla mia bacheca i post che raccontavano in una sorta di slogan ciò che avevo visto e letto. Il tempo passava i Like affioravano, sempre di più e costantemente. Cosa succedeva? Che questi Like generavano nel cervello una grossa quantità di dopamina. Ecco che stavo bene, ecco che avevo trovato una risposta alle mancanze affettive.

E insomma questa pubblicazione dei post e il ricevimento dei Like hanno generato un risultato, la mia elezione a consigliere circoscrizionale del mio rione. Wow! Avevo raggiunto un traguardo fantastico, ero arrivato quarto nella mia lista superando personaggi che da anni erano in politica ed erano da diverse volte candidati quindi vien da se capire che erano molto più conosciuti di me, ma io li avevo superati!
Ed ecco che ho cominciato a crede che potevo arrivare più lontano, per il semplice motivo che sentivo visibilmente la cittadinanza vicina alle mie idee, ai miei pensieri e questo grazio all'oggettività dei Like che ricevevo dai post che pubblicavo sulla bacheca. Dentro me s’è cominciato a formare, e poi ne sarà vulnerabile, l’ego. Ed ecco che arriviamo nel vivo della politica e dei consigli circoscrizionali, volevo capire di più, volevo essere il migliore, volevo essere l’innovazione ma anche il dissuasore del gruppo, quindi ho fatto due scelte. La prima l’abbandono della sezione roveretana della Lega Nord e la seconda l’iscrizione alla scuola di formazione politica a Milano. Il tempo passa, tutto era in netta crescita, l’apprendimento della movimentazione politica, la conoscenza di personaggi importanti da consiglieri comunali, ai provinciali ai deputati della XVII repubblica fino ai senatori. Ed ecco che ci siamo, ormai avevo perso la cognizione. Le persone che mi stavano vicino le sentivo fiere di me, parlo dei miei genitori, ormai il dado era tratto.
Cosa poteva aumentare questo ego? I giornali. Già i quotidiani locali cominciavano a pubblicare ciò che facevo politicamente; cioè la mia foto, il mio nome e cognome erano sul mezzo d’informazione più antico che abbiamo, ovvero la carta stampata.

Cos’è successo da lì a poco? Che oltre che per social le persone mi riconoscevano in città, mi fermavo a parlare con loro e quindi? E’ sì, anche qui l’ego è aumentato. Ogni mese c’era un articolo su un quotidiano o sull’altro del consigliere Bertè, ma poi a questo si sono accostati gli articoli dei mezzi d’informazione social.
Tutto questo ha scaturito ad acquisire maggior fierezza in me (io credevo poiché lo erano già) dei miei genitori e di tutte le persone che erano vicine. Ricevevo messaggi da Messenger di persone che si complimentavano per tutto ciò che facevo e messaggi degli amici che mi incitavano ad andare avanti. Ma cosa facevo di se? Studiavo la politica, la situazione nazionale e locale, ma soprattutto proponevo ordini del giorno (Odg) e mozioni, ovviamente inerenti e coerenti con i miei ideali.
La mente però pensava e pensava, su come potevo essere ancor maggiormente visibile e la risposta era in attacchi politici alle opposizioni ma ciò non bastava, era tutto già scontato con il “sistema Salvini” e quindi dovevo metterci la faccia. Già quella che oltre ad accrescere l’ego mi portava a pormi verso a chi la pensava diversamente da me come uno forte, uno che voleva far vedere i muscoli, dove il viso, gli occhi, la gestualità del corpo non lasciavano trapassare emozioni. Ero praticamente freddo. E poi come se non bastasse tutto questo è nata l’arroganza che mi portava a rispondere in maniera menefreghista e di superiorità.

Questa freddura che ho portato anche in casa con chi mi era vicino. Ma dall'altra parte nessuno mi scuoteva per farmi capire che qualche cosa non andava. Questo non poteva altro far sì che la situazione degenerasse nell'invincibilità.
Negli anni tutto è diventato “di più” la popolarità accresceva e così anche i Like. Oltre ai post della politica cominciai a pubblicare post prima spiritosi e poi sempre più provocatori. E che risultato ho ottenuto? Maggior Like, è sì perché oltre all'utente attento ai problemi della città era un utente qualsiasi che cercava una risata. Qui siamo a inizio duemiladiciassette. Ed è in quest’anno che ho conosciuto una persona speciale, una persona che finalmente si era accorta di me, non confondete la persona Daniele social dal Daniele reale. Lei si era accorta del secondo. Non voglio entrare troppo nel merito perché lo vorrei lasciare riservato questo argomento, però vi assicuro che è stata ed è ( ) una persona molto sensibile che io non ho saputo apprezzare, con la quale ho sbagliato, discusso, litigato. Questa persona è stata l’unica a starmi veramente vicino che ha sopportato le mie risposte alle sue affermazioni che andavano contro il mio pensiero invincibile. Lei che con ostinazione e subendo il mio carattere che si era trasformato mi è sempre stata vicina. Lei che non smetterò mai di ringraziare.

Ma cosa mai mi poteva accadere di più di ciò che avevo realizzato in questi anni? I soldi. E’ si perché nel duemiladiciotto a causa della separazione ho venduto casa, una casa molto grande di centoventi metri quadrati, con un terrazzo di settantasette metri quadrati, più un camminatoio di ingresso, un cortile di quattrocento metri quadrati, due posti auto e un garage. Ho venduto per comprarmi un appartamento normale in una città meravigliosa quale è Riva del Garda. La vendita ha fatto sì che generasse un gran affare per le mie tasche.. avevo i soldi, ora a fine mese non boccheggiavo più, potevo usarli come volevo. E qui l’ego si è innalzato a dismisura. E insieme a l’ego è aumentata l’arroganza.

Ma non tutto era perduto perché comunque di base ero sempre una persona sensibile, che voleva aiutare il prossimo, che credeva nell'amore. Infatti nella vita politica molti temi trattavano infatti la sensibilità della vita nel quartiere, per arrivare a toccare temi come la violenza sulle donne, proponendo dei corsi gratuiti di autodifesa personale, o come il rifacimento del campo sportivo del rione con manto sintetico in quanto i bambini giocavano in una situazione di un campo inagibile o come la lotta al degrado e alla prostituzione, la vicinanza alle persone senza tetto, nella creazione di eventi per la comunità, e comunque tanti temi di carattere sociale. Non entro tanto in merito di ciò che ho fatto nella politica locale in quanto non è questo lo scopo di questo scritto, vorrei solo dire come tutto viene riconciliato ad un’altra esperienza unica e fantastica del mio passato, ovvero il lavoro per quattro anni dal duemilaquattro al duemilaotto, di Operatore Socio Sanitario dove ho visto i veri problemi, dove ho visto e capito che cosa vuole dire rispondere ad un bisogno.

Diamo un fine scritto a questo racconto, riportando una data che è il ventiquattro novembre di quest’anno, un sabato dove ho detto basta. Dove ho deciso di smetterla di pubblicare post. Dove ho deciso di staccarmi dal mondo virtuale. Un po’ come un fumatore smette di fumare. Dall'oggi al domani. E diamo un’latra data, il giorno seguente, il venticinquenovembre, dove ho rincontrato quella persona speciale che mi cercava di aiutare ma che io non capivo, questa persona con cui ho passato tutta la giornata camminando e soprattutto parlando così come mai non avevo mai fatto prima e concludo con il giorno seguente dove tutto ebbe fine con un pianto lungo e dalla mattina alla sera, poggiandomi sulla spalla della stessa persona del giorno precedente chiedendo umilmente scusa. Scusa per come il mio ego la considerava normalità, scontata, scusa perché lei non meritava di avere una persona così "tipo narcisista" al suo fianco. Scusa per mille motivi. Una persona di cui ero innamorato ma dove non riuscivo a godermela perché prevaleva l’io. L’io davanti a tutto e a tutti.
Faccio un piccolo passo indietro, parlavo di sabato ventiquattro novembre dove ho detto basta. La sera prima presso la sala cinema della comunità di Riva del Garda avevo organizzato una serata con il tema alla vita dove hanno partecipato 97 persone. In collaborazione con un’associazione locale la quale ha fatto vedere e quindi poi insegnato le manovre di disostruzione delle vie aeree nel bambino. La serata è terminata con la donazione da parte mia all'amministrazione locale di un defibrillatore da inserire in una piazza pubblica. Questo è stata l’ultima volontà, come gesto di chiusura di un percorso mio e di benevolenza verso tutti coloro che mi sono stati vicini ma di cui non me ne rendevo conto, un gesto o meglio uno strumento che può permettere di salvare una vita. Già perché è di vita che ho parlato in questo racconto, di vita reale vissuta come virtuale.

Oggi sono felice.

E in tutto questo mio figlio che ruolo ha avuto, il più importante. Lui non mi giudicava, per lui ero “papi” lui c’era e sapeva che non stavo bene, sapeva che quel personaggio costruito non era suo padre ma che dentro al personaggio c’era. Stava solo aspettando che me ne liberassi. Ora solo una cosa, voglio vivere. Vivere libero perché da come avete capito io non ero libero, ma inserito dentro ad un gioco dove chi mi comandava erano delle persone che hanno creato uno strumento, un mezzo di comunicazione con un fine logico all'apparenza, ovvero circondarsi di persone, socializzare, scambiarsi idee, ricette, saluti, buongiorno, recuperare amicizie e molto altro ma non è stato così .. l’apparenza inganna, questo strumento mi ha fatto perdere dei momenti che non potrò più recuperare. Già perché la vita va avanti..

Daniele Bertè

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