Responsabilmente genitore
Avete presente il tasto di
“accensione/spegnimento”? La sua forma.. sì esatto proprio quella.
Riporta un cerchio ma che non si chiude,
riporta metaforicamente parlando, per me, una linea con un inizio e una fine
che vorrebbe chiudersi ma non può perché c’è una linea verticale che impedisce
ciò.
Il suo significato in questo scritto, riporta
al cerchio della vita.. quello della genitorialità (cerchio) divisa (linea
verticale) . E’ proprio quest’ultima linea che spezza il cerchio ma non la sua
forma.
Vedete, quando si ha la fortuna di diventare genitori tutto cambia, “Le Priorità” diventano “La Priorità”. E quest’ultima vuoi o non vuoi ti mette alla prova affrontando nuove difficoltà e nuove opportunità. Poi il corso della vita ti riserva qualche cosa a cui non avresti mai pensato, la separazione. Tutto si trasforma, chi prima chi dopo ma il cerchio si spezza e gli equilibri si scompensano tanto che devi rimetterli in sesto con le tue uniche forze. Certamente è soggettivo il complesso della parola “separazione” perché ognuno di noi la vive in un modo tutto diverso e non è qui dove voglio entrare, questa sfera così delicata la lascio volutamente fuori in quanto l’argomento è tanto delicato tanto quanto è delicata la parola “figlio”.
Da qui ognuno di noi può portare avanti molte filosofie di vita nel giusto o nello sbagliato, ma una cosa rimane oggettiva, abbiamo tutti una persona che ci sta strettamente osservando, ci sta prendendo come esempio, c’è una persona che chiede fiducia, attenzione, tutela, amore e rispetto. Sono i nostri figli che è giusto chiamare persone e non “bambini” in quanto questo termine porta inconsciamente in noi quel senso di protezione ma anche di creature che non diventeranno mai grandi e invece sappiamo consciamente che diventeranno, uomini o donne ovvero futuri padri e future madri; quindi stiamo parlando correttamente di persone.
Ora ci tocca una responsabilità in più, una responsabilità di cui non potevamo ne prevederla e nemmeno immaginare potesse accadere; la responsabilità di crescere dei figli da genitori separati facendo in modo che ad essi, i nostri figli, non si vadano a creare ulteriori lesioni traumatiche in aggiunta a quelle a cui hanno subito.
Parole come ostruzionismo, rivalsa, cattiveria, ripicca, rabbia, ecc.. sono parole che nel quotidiano, leggiamo, vediamo e sentiamo troppo spesso nella nostra vita o nella vita delle persona che abbiamo a fianco, come amici o parenti e noi le vediamo le conseguenze di queste parole sugli altri ma quando tocca a noi sembra che ci vengano messi dei tappi nelle orecchie e/o delle bende sugli occhi, sembra che la parola orgoglio prevalga su questi “D.P.O.”, ovvero dispositivi di protezione d’orgoglio..
La perfezione non esiste, così come il farsi andare bene le cose come le situazioni è davvero difficile da porre di fronte ed attuare. Nasciamo come figli e diventiamo genitori con una nostra filosofia di vita, con dei nostri valori che ci sono stati dati da chi ci ha cresciuto. Ed è proprio nell’essere nati, cresciuti ed educati e che dovremmo capire che il bene più grande è essere responsabili e felici. Il negare questo ai nostri figli vuol dire metterci, porci davanti noi, il nostro essere, il nostro io, ai nostri figli e personalmente non credo sia giusto ciò.
Rimango dell’idea e della mia volontà che quel tasto di cui sopra si parlava venga rivisto, pensato e quindi maturato andando a togliere quella linea verticale così da riportare la linea alla sua forma iniziale di un cerchio con a fianco, ora dopo l’accaduto ad un altro cerchio così da creare il simbolo dell’infinito perché si son create due famiglie unite tra loro; il simbolo dell’infinito se ci pensiamo è la risposta che non si smetterà mai di essere genitori. Cerchiamo di fare un passo avanti e di diventare dei genitori responsabili verso i nostri figli. Facendoci aiutare da chi ci sta vicino, da chi ha già passato quest’esperienza, da chi professionalmente ha le competenza per dare aiuto/supporto. Il silenzio è già una risposta, è un muro; ma un muro è un ostacolo che noi possiamo superare con il grande ed unico successo che c’è stato dato un dotazione: l’utilizzo del dialogo responsabile.
Daniele Bertè

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